Cerasa non è un luogo fuori dal tempo, come potrebbe apparire a prima vista, è piuttosto un luogo dove il tempo assume un significato del tutto diverso da quanto siamo abituati a conferirgli.

È quel senso del tempo legato ai ritmi della natura e del lavoro dei campi, quell’umile, semplice eppur grandioso senso di appartenenza ad un territorio che oggi – purtroppo – si respira solo in luoghi particolari, e che una volta era la normalità.

L’azienda di proprietà della Regione Toscana, in gestione all’Unione Comuni Garfagnana, si trova a 1000 metri di quota nel comune di Pieve Fosciana ed è costituita da 25 ettari di faggeta, 3 di castagneto da frutto e 7 di pascolo.

 

Cerasa non è un bel luogo dove andare, è un luogo in cui tornare.

Bisogna viverlo più volte, dopo esser tornati alla quotidianità, per apprezzarne veramente il valore. Confrontare ogni piccola azione quotidiana compiuta nelle nostre case con quello che si fa quassù; qualcosa che richiede più attenzione di una visita occasionale, ma che può arricchirci di un’esperienza unica.

Cerasa non è un’azienda da visitare, è un luogo da vivere.

Bisogna uscire dai tempi e dai ritmi della visita turistica e fermarsi. È un luogo di incontro. L’incontro, immediato, con l’esperienza e l’ospitalità di persone speciali, il cui insegnamento nasce non da libri, ma da vita vissuta. E poi l’incontro, successivo e non sempre scontato, di ognuno con sé stesso, perché una volta che si è stati a Cerasa non si può venir via senza riflettere.

L’anima di Cerasa è la famiglia Cavani che da oltre 40 anni vive e lavora qui, senza di loro non sarebbe stato possibile realizzare tutte le attività di studio, sperimentazione e divulgazione per la salvaguardia e valorizzazione dell’agricoltura in montagna portate avanti in questi anni dall’Ente gestore.

Cosa fare a Cerasa

Come normalmente accadeva in ogni insediamento montano, a Cerasa si produce un po’ di tutto. Castagneto e allevamento, per quanto importanti, non sono le uniche attività. Gli ospiti possono quindi gustare un’ampia gamma di prodotti locali, preparati con la sapienza – non tanto di chi li ha riscoperti, come oggi avviene spesso – bensì di chi non li ha mai abbandonati e ne ha sempre fatto una ragione di vita.

A secondo della stagione e della disponibilità è possibile anche acquistare il pecorino, la ricotta, la carne di agnello, le noci le confetture e il miele.

La lana, filata e colorata naturalmente, viene utilizzata per produrre tappeti, centri tavola, coperte, calze e cappelli.
L’ambiente familiare è la cornice ideale di questo viaggio nel gusto e nella cultura contadina, che non mancherà di stupire!

Pochi posti tavola e solo su prenotazione per riscoprire i gusti veri e genuini di un tempo. Ogni singolo piatto preparato da Gemma è frutto della natura incontaminata delle montagne dell’Appennino Tosco-Emiliano. Spuntini e merende, pranzi e cene, sono preparati con i prodotti dell’azienda stessa o della Garfagnana.

Maccheroni, tortelli, polenta di “neccio” e di “formenton “, arrosti di agnello, maiale e animali da cortile, salumi, formaggio pecorino e la gustosissima ricotta con i frutti del sottobosco fanno di Cerasa oltre che un paradiso per gli occhi e per lo spirito anche un paradiso per la gola. Se poi vi dovesse capitare di arrivare a Cerasa senza prenotazione, la cucina di Gemma è sempre aperta, se, come dice lei, vi accontentate di quel che c’è!

La costruzione del nuovo ovile, più ampio e salubre per il gregge, ha liberato gli spazi della vecchia stalla e del fienile, così quelle vecchie mura di pietra sono diventate un rifugio e un’aula didattica polifunzionale, dove piccoli gruppi di partecipanti vengono accolti per i laboratori esperienziali curati da Ombretta.
L’accoglienza è essenziale 2 camere con letti a castello e 1 matrimoniale per un totale di 10 posti letto, 1 bagno con doccia, inclusa nel prezzo la colazione di Gemma e l’esperienza unica di disconnettersi da tutto.

Questa razza, caratterizzata dal vello bianco e da corna a balestra, era presente , un tempo, con decine di migliaia di esemplari sui pascoli dell’Appennino. Negli anni ottanta si era ridotta a pochi esemplari, tanto da essere inserita nelle razze a patrimonio genetico in via di estinzione.

Grazie ad un paziente lavoro di ricerca, in collaborazione con il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali ed il Centro di Ovinicoltura di Castel del Monte (AQ), nel 2004 è stato recuperato un primo nucleo di pecore di razza Garfagnina e reintrodotte preso l’azienda di Cerasa. Ad oggi, con una costante e rigida selezione, che ha visto coinvolti l’Associazione Provinciale Allevatori e le Università di Pisa e Firenze, ma soprattutto grazie all’esperienza e la passione di Mario, è stato consolidato un gregge di un centinaio di capi che rappresenta la più grossa realtà esistente per questa razza.

Animale frugale e resistente alle malattie, produce una discreta quantità di latte, leggermente più grasso e profumato che è la base per il formaggio pecorino della Garfagnana, così apprezzato nelle epoche passate in tutta la regione.

La carne di agnello viene commercializzata con il marchio “Garfagnina bianca” che ne garantisce la provenienza e il valore alimentare. Anche la lana prodotta viene preparata per la filatura e utilizzata per realizzare capi tradizionali. Pochi sono i pastori rimasti in Garfagnana oggi, ma quasi tutti hanno reintrodotto questa razza nelle loro greggi .

Spesso lo smaltimento della lana dopo la tosatura è un vero problema economico per il pastore. La lana ricavata dalla pecora Garfagnina Bianca ha una colorazione color crema e, pur proveniente da animali non specializzati nella produzione del vello, si distingue per una discreta filabilità e facilità di lavorazione. La tosatura degli animali avviene in primavera, per ottenere fibre più lunghe e di maggior pregio.

La cardatura e filatura avvengono secondo metodi tradizionali. Per la colorazione sono utilizzati colori di origine naturale come la castagna, la reseda, la cocciniglia. Il filato così ottenuto si presta ottimamente ai sistemi di tessitura tradizionale, un tempo molto diffusa in Garfagnana, mediante lavorazione a mano con i telai in legno che ancora si possono trovare in produzione nei piccoli laboratori artigianali locali.

Si confezionano anche calze lavorate ai ferri, particolarmente apprezzate dagli escursionisti per le loro proprietà termiche. Così come capi e oggettistica in feltro.

In Garfagnana il castagno veniva chiamato tradizionalmente “l’albero del pane” per l’importanza che aveva nell’economia di sussistenza del territorio montano. Cerasa può vantare uno dei più importanti castagneti storici della zona, con più di 130 esemplari secolari. Qui ogni patriarca ha un nome e può essere adottato per ricevere ogni anno castagne fresche, Farina di Neccio DOP e partecipare alla festa della raccolta.

Adotta un castagno in Garfagnana

Le esperienze che puoi fare a Cerasa hanno la durata di mezza giornata sono organizzate solo su prenotazione, per piccoli gruppi,e gli orari possono variare a secondo delle attività previste in azienda.
Ogni esperienza si conclude con una piccola degustazione

    • Vivere a Cerasa
    • La pecora Garfagnina: dal latte al formaggio
    • Pasta o polenta?
    • Profumo di pane
    • Gomitoli di lana
    • Il castagno, albero del pane

Da Cerasa partono due sentieri segnati che collegano al Rifugio Burigone e a San Pellegrino in Alpe che uniti insieme formano un anello di circa 6 ore di cammino, lungo ma non impegnativo. Attraverso la faggeta, si arriva al Burigone, altro rifugio della Regione Toscana, dove è possibile pranzare o pernottare se si decide di dividere su due giornate questo trekking.

Altri sentieri non segnalati partono da Cerasa, sono le vecchie vie dei carbonai dei pastori e oggi dei cercatori di funghi, pochi sono i punti di riferimento e non è bene addentrarsi se non si conoscono bene questi luoghi. Per i cercatori di funghi questi è la normativa regionale per la raccolta

Tra i tanti amici di Cerasa ci sono scrittori, blogger e troupe televisive

Questo il ricordo di Maurizio Maggiani della sua visita a Cerasa

Cosa mi rimane nelle mani, nelle tasche , nei borsoni della mia anima, di Garfagnana? Sempre qualcosa, sempre. Sì, le prime volte ho portato via grandi paesaggi e sontuosi, vastità di animi e carovane di ogni ben di Dio. Ciò che la Garfagnana ha voluto lasciarmi questa volta è una manciata di castagne.
L’ho raccolta al piede del mio castagno Beniamino a Cerasa. Sono contento del mio castagno, sono contento che sia nato e cresciuto e che ancora resti a Cerasa. Perché Cerasa è la più bella tra le selve che io abbia mai visto….

Uno dei tanti video girati a Cerasa: Bianca e gli altri  di Roberto Giomi selezionato da Trento Film Festival

Informazioni

Località Cerasa
Capraia – Pieve Fosciana
telefono
339 7054392 334 2927456

Coordinate GPS
N44.170711, E10.482422

staff@turismo.garfagnana.eu



Per riscoprire i gusti veri e genuini di un tempo. Ogni singolo piatto preparato da Gemma è frutto della natura incontaminata delle montagne dell’Appennino Tosco-Emiliano. Spuntini e merende, pranzi e cene, sono preparati con i prodotti dell’azienda stessa o della Garfagnana. Maccheroni, tortelli, polenta di “neccio” e di “formenton “, arrosti di agnello, maiale e animali da cortile, salumi, formaggio pecorino e la gustosissima ricotta con i frutti del sottobosco fanno di Cerasa oltre che un paradiso per gli occhi e per lo spirito anche un paradiso per la gola!