Sulla strada che costeggia la Turrite di Gallicano, in direzione della Grotta del Vento, appare improvviso, incastonato nella roccia, il bianco santuario dedicato a Santa Maria ad Martyres, da tutti conosciuto come l’Eremita. Situato a ridosso di uno strapiombo e scavato quasi interamente nella roccia, il santuario venne edificato intorno all’anno Mille nel luogo dove si narra dell’apparizione della Madonna. La sacra immagine, abbozzata in una statua di legno di salice, ancora esistente e oggetto di devozione, viene venerata col nome di Madonna della Penna.
Il mese di maggio è tradizionalmente dedicato alla Madonna e vede la presenza di tante persone che in pellegrinaggio salgono all’Eremo. La roccia viva è tuttora visibile nel presbiterio e nella sacrestia, mentre la primitiva chiesetta ha subito varie fasi di ampliamento e di arricchimento delle strutture e dei paramenti via via che cresceva la fama e la venerazione della Vergine della Grotta a partire dal XIV secolo. Ai primi del Settecento venne realizzato il doppio colonnato della facciata e allargata la grotta per accogliervi la sacrestia.
Gli eremiti di Calomini ne hanno avuto cura per cinque secoli, fino al 1868, poi la custodia è passata ai padri cappuccini di Lucca, poi ad un’altra comunità religiosa e dal 2023 a Fratel Benedetto, monaco eremita cistercense.