L’Eremo di Capraia è costruito su uno sprone roccioso e domina dall’alto la valle del torrente Ceserana. Nel castello di Capraia, distrutto nella prima metà del trecento, durante le lotte tra lucchesi e pisani, viene ricordato, già nel 1168, un romitorio intitolato ai SS. Jacopo e Cristoforo e nel 1260 figura un S. Cristoforo di Capraia, nel registro della pievania di Fosciana.
Una chiesa con la stessa titolazione risulta “destructa” nella Visita Pastorale della Diocesi di Lucca dell’anno 1467, ma poi torna ad essere menzionata fino al 1658. Nel 1716 viene aggiunta la titolazione attuale di S. Maria, da un preesistente santuario di cui resta tuttora il campanile cinquecentesco. Unita alla parrocchia del Sillico, Capraia passò a far parte della nuova Diocesi di Massa nel 1822 ed è stata reintegrata nelle pertinenze della Diocesi di Lucca solo nel 1992. La chiesa attuale è stata riedificata nel 1871 su disegno del Conte G. Carli.
A Capraia la presenza di eremiti è stata costante nei secoli e dura ancora oggi. Ne ricordiamo due, don Bartolomeo Toni, che fece costruire l’attuale chiesa, e padre Gerlaco, monaco olandese, morto nel 1994 e sepolto nelle vicinanze dell’eremo. Grazie al lavoro dei volontari durante l’anno a Capraia si svolgono diversi eventi religiosi che richiamano numerose persone che qui trovano sempre armonia con la natura e un rapporto particolare con l’Assoluto.