
Lungo la strada provinciale di Arni, che collega Castelnuovo di Garfagnana alla Versilia, si incontra un piccolo lago artificiale per la produzione di energia idroelettrica, che sembra uno scintillante smeraldo incastonato nel fondo della valle della Turrite Secca. Lo sbarramento, costruito nel 1949 dalla Selt-Valdarno, ha sommerso il ponte e il Molino di Mosceta, mentre l’antico Borgo di Isola Santa si riflette, da allora, nelle verdi acque del lago.
Isola Santa affonda le sue radici nella preistoria. Scavi archeologici testimoniano un insediamento già nel Mesolitico.Tribù di Liguri Apuani posizionarono i lori villaggi sulla sommità delle alture intorno al corso della Turrite e ripararono nelle sue strette gole quando, vinti dai Romani, furono deportati in massa nel Sannio. Segni del suo passato quale importante “ospitale”,intitolato a San Jacopo e fatto edificare, come vuole la tradizione, dalla Contessa Matilde per il ricovero dei pellegrini e dei viandanti che salivano alla Foce di Mosceta, sono ancora leggibili nei documenti dell’epoca e in alcune strutture murarie, come la casa-torre posta all’estremità della chiesa, i basamenti dell’edificio religioso ricostruito su parte del perimetro.
La costruzione della diga fece progressivamente abbandonare le abitazioni, rese instabili dal continuo variare del livello dell’acqua, fino a che , negli anni ’80, solo le capre erano rimaste ad abitare in paese.
Oggi molte case sono state recuperate con la tipica copertura dei tetti a lastre di pietra e il borgo è divenuto un vero e proprio albergo diffuso con la “casa del pescatore”, bar ristorante a servizio dei numerosi pescatori che frequentano l’area a regolamento specifico per la pesca delle trote fario. Da Isola Santa partono diversi sentieri escursionistici che raggiungono il Monte Sumbra o il Gruppo delle Panie, una facile passeggiata costeggia la sponda destra del lago per raggiungere la Pollaccia, una possente risorgiva carsica che alimenta il lago stesso.


