Nel versante appenninico della Garfagnana, dove il Monte Prado e il Monte Vecchio segnano le più alte quote della catena toscana, si estende un’area di oltre 52 Kmq, compresa tra i comuni di Sillano-Giuncugnano, San Romano in Garfagnana, Piazza al Serchio, Villa Collemandina e Castiglione di Garfagnana che tutti identificano con il nome di “Parco dell’Orecchiella”. Dal punto di vista geologico confluiscono qui formazioni diverse: i calcari della Pania e di Ripa si alternano all’arenaria tipica dell’Appennino, con affioramenti di scisti rossi e azzurri e di brecce marmifere come quelle di Sassorosso, dando vita ad una morfologia diversificata che passa dai rilievi dolci e arrotondati del crinale appenninico agli aspri profili dei due massicci calcarei delimitati da strapiombanti pareti e strette gole. A causa di questa variegata morfologia si riscontrano ambienti caratterizzati da microclimi contrastanti e questo, a sua volta, influenza molto la flora e le formazioni vegetali. Dai boschi di cerro e di castagno delle quote più basse si passa alle praterie dell’altopiano, intervallate da boschetti di faggio e dai rimboschimenti a conifere, mentre a monte e fino al limite della vegetazione forestale, domina la faggeta. Le “nude” dei crinali sono caratterizzate da praterie d’alta montagna e brughiere a mirtillo. E’ qui che troviamo uno dei biotopi più importanti: un’area coperta a Rhododendrum ferrugineum, specie relitta delle glaciazioni. Nelle praterie in quota e nei pascoli troviamo le fioriture più belle ed appariscenti: dalle peonie selvatiche, al giglio rosso e al martagone, dalle genziane ai crochi, alle primule, e ancora le diverse specie di orchidee, gli anemoni, le acquilege e le scille, mentre il botton d’oro, la calta palustre, la cardamine e gli eriofori segnalano la presenza di importanti zone umide come la torbiera di Lamarossa.
Questa importante presenza floristica è ampiamente rappresentata nel Giardino Botanico della Pania di Corfino, di proprietà dell’Unione Comuni Garfagnana. Splendide fioriture di specie di montagna sono invece raccolte nel Giardino dei Fiori di Montagna, allestito dal Corpo Forestale in prossimità del Centro Visitatori. Notevole anche la presenza faunistica ben rappresentata dagli ungulati: cervi, caprioli, cinghiali e mufloni, ma anche da altre numerose specie animali quali le lepri, gli scoiattoli, i ghiri, le volpi, le martore e un’importante predatore, il lupo. Altrettanto importante l’avifauna, con oltre 130 specie di uccelli di cui 85 nidificanti, fra questi spicca il volo dell’aquila reale, ma anche il raro gufo reale, lo sparviere e il gheppio. Un discorso a parte merita l’orso, specie presente su queste montagne fino alla fine di 1700, e oggi tornato all’Orecchiella in una area faunistica che ne ospita 4 esemplari nati in cattività. Altri recinti faunistici ospitano mufloni e caprioli e sono collegati tra loro da un percorso facilitato, sentieri didattici e percorsi escursionistici, anche di più giorni, partono dal Centro Visitatori, dove troviamo il museo naturalistico, la sala proiezioni, la biblioteca e il laboratorio. Ristoranti, rifugi, un’area di sosta per tende e una per camper, punti vendita prodotti tipici completano l’accoglienza dei numerosi turisti e delle classi in visita.
Ma l’Orecchiella non è sempre stata così, nei secoli scorsi tagli indiscriminati dei boschi e l’eccessivo sfruttamento dei pascoli avevano portato ad uno stato di degrado del territorio e solo l’intervento del Corpo Forestale dello Stato che, già dagli anni ’30, aveva iniziato un’importante opera di recupero con sistemazione di frane, regimazione di torrenti, rimboschimenti e ripopolamenti faunistici, l’ha restituito al suo antico splendore. E’ stato proprio in quel periodo che si è cominciato ad identificare l’Orecchiella come Parco, anche in assenza di una legge istitutiva. Con il trasferimento dei beni demaniali dallo Stato alla Regione buona parte del territorio è passato alla gestione dell’Unione Comuni Garfagnana, restano allo Stato le tre Riserve Naturali: Pania di Corfino, Lamarossa e Orecchiella, veri e propri santuari della natura e questi, sì, istituiti per legge. Oggi le Riserve, insieme ai territori montani dei Comuni di San Romano in Garfagnana, Villa Collemandina e Giuncugnano, sono entrati a far parte del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, costituito nel 2001, che include anche alcuni Comuni della Lunigiana e i Parchi Emiliani del Gigante e dei Cento Laghi.